Joseph Pilates, fondatore dell'omonimo metodo, dopo avere praticato negli anni della sua adolescenza molti sport tra cui arti marziali, Yoga, Body Building, sviluppò la consapevolezza che una cattiva respirazione e una conseguente cattiva postura sono le cause di una cattiva salute. Così nel 1925, anno in cui emigrò negli USA, la sua mission si orientò verso un'approfondimento della pratica dello Yoga e dei movimenti degli animali che lo condussero alla realizzazione di un metodo di allenamento che chiamò "Contrology" incoraggiando l'uso della mente per controllare la funzione dei muscoli. Durante le sedute di Pilates, gli esercizi caratteristici del metodo, più di 500 (la maggior parte eseguiti da distesi), pongono l'attenzione sul respiro , sulla postura, sull'allungamento dei muscoli e sopratutto sul rafforzamento della cintura addominale per il supporto della colonna vertebrale.
Possiamo dunque definire gli obiettivi:
> scolpire una silhouette allungata
> fortificare i muscoli addominali e i muscoli della schiena
> corregge le asimmetrie lavorando sul riequilibrio posturale.
La versatilità e la meravigliosa complessità dello YOGA
Le origini millenarie e in parte misteriose dello Yoga dimostrano senza dubbio la sua vera bellezza che la allontana che la allontana dalla interpretazione univoca del Pilates.
Lo Yoga rappresenta l'immensità di un mare in cui le rotte sono variabili in base alle diverse scuole intraprese.
Colui che naviga nel vasto mare dello Yoga oggi può conoscere la tranquillità, domani può imparare una nuova tecnica respiratoria, dopodomani può conoscere un mantra, una meditazione, può ritrovare un sorriso, una forza interiore, uno slancio e un senso di rivalsa per impegnarsi nella sua destinazione nel mondo...e molto, molto altro ancora.
In una lezione di Yoga i ritmi sono lenti, le posizioni mantenute a lungo, i respiri profondi, le articolazioni aperte, il tutto con lo scopo di rinforzare interamente il corpo e sebbene sia lo Yoga che il Pilates nascono dalla consapevolezza della connessione mente e corpo, lo Yoga ha insito in sé un elemento che si aggiunge al binomio corpo-mente e che si traduce nella spiritualità: l'elemento che induce la mente alla ricerca di uno stato di calma per accedere ai più nobili stati meditativi.
Possiamo quindi trarre delle prime deduzioni riferite all'essenza delle due pratiche.
Nel Pilates abitano l'attenzione e la precisione del movimento, il controllo della mente e la consapevolezza della integrazione funzionale tra corpo e mente.
Lo Yoga al contrario risponde a un bisogno più interiore, attraverso il movimento del corpo permette di accedere al silenzio e all'ascolto interiori in cui prendere la giusta distanza da tutto ciò che non conta veramente: il qui e ora!
Le due respirazioni a confronto
Da questa attenta analisi ne consegue che certamente le due discipline sono compatibili: la fisicità del Pilates aiuta a rafforzarsi e a prevenire gli infortuni, si concilia con la maggiore mobilità e potenza raggiungibili con lo Yoga.
nella prima si predilige la pratica di una respirazione laterale diaframmatica contenuta dai muscoli trasversi, inspirando con il naso ed espirando dalla bocca, mentre nella seconda si sottolinea la profonda relazione che esiste tra stato emotivo/mentale e il ritmo e l'ampiezza del respiro e si utilizzano molte e diverse tecniche respiratorie.
Si incoraggia principalmente una respirazione completa che coinvolge anche la parte apicale e l'uso dei kumbaka, il trattenimento del respiro, uno che sussegue l'inspirazione e uno successivo all'espirazione.
Nello Yoga la respirazione diventa così un controllo dell'energia vitale e si porta l'allievo a respiri sempre più lunghi e lenti.
Tratto dalla rivista ufficiale della FiF Federazione italiana Fitness "Performance", a firma Viviana Fibozzi